Lucio, psichiatra di formazione basagliana, prende servizio come vicedirettore presso l’OPG di Barcellona Pozzo di Gotto. Prova fin da subito ad apportare piccole concrete innovazioni e a instaurare un vero rapporto con gli internati. Nonostante la resistenza e il sospetto di un’istituzione totale condizionata da stigmi e paure, scopre alcune storie (ispirate a fatti veri), emblematiche di quanta umanità possa essere cancellata in OPG: Lillo che traccia misteriose partiture di punti sui muri; Cosimino, col suo cuore di bambino che non smette di sognare la campagna; Carmelo, giovane, colto e apparentemente fuori luogo; Francesco, innocuo e ilare, ma allergico alle regole più banali. Lucio è soprattutto attratto dalla figura di Ennio, un internato particolarmente restìo alla collaborazione, e nel cui fascicolo trova solo pochi e sconnessi documenti. Tra questi una fotografia di una rivolta in carcere in cui Ennio appare asserragliato su una gru.

Questi percorsi umani spingono Lucio a confrontarsi, tra confortanti successi e fallimenti anche drammatici, con questa realtà in cui il diritto alle cure resta schiacciato dalla volontà coercitiva e in cui si replicano modelli vecchi e superati solo sulla carta (nel film rievocati dai materiali di archivio). Lo spingono a interrogarsi sul senso del proprio ruolo all’interno di una simile istituzione e sulle possibilità residue di un vero cambiamento.

Lucio, nel frattempo, recupera gradualmente la fiducia di Ennio e riesce a ricostruire la sua storia. Dalla devianza giovanile, ai rapporti con la Banda Cavallero, dalle lotte carcerarie alla costituzione dei Nap, dalle spettacolari evasioni, ai rapporti con le BR, fino all’incontro pacificatore con Padre Bachelet. Quell’uomo misterioso, derelitto ed escluso dalla società, è un testimone diretto di un pezzo di storia dell’Italia contemporanea.

Strade nuove sono però possibili, per Ennio come per gli altri . . .

 

PLOT

Lucio, a psychiatrist of the Basaglia school, starts working as deputy director at the Barcellona Pozzo di Gotto OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario). From the beginning, he tries to introduce little but real innovations, establishing an authentic relationship with the inmates. Despite the resistance and the suspicion of a total institution conditioned by stigma and fears, he is able to uncover some of the stories (inspired by true life stories) emblematic of the dehumanising mechanisms implemented in OPG: Lillo drawing indecipherable point scores on the walls; Cosimino with his heart of a child, who never stops dreaming about the countryside; Carmelo, a young and cultured man, seemingly out of place; Francesco, safe and hilarious man but awfully unconcerned about any rule. The attention of Lucio is captured more by Ennio figure, a particularly uncooperative inmate. In his dossier he only finds a few and rambling documents. Among them, a picture depicting a prison riot scene in which Ennio is standing holed up on a crane.

Different walks of life which, between heartening successes and even tragic failures, encourage Lucio facing this reality in which the right to healthcare remains trampled by the coercive willingness and where old models (evoked in the feature by archival materials) continue replicating, overcame on paper only. All of them press Lucio into ask himself about the meaning of his role inside of such an institution and about the remaining chances of a genuine change.

In the meanwhile, he earns Ennio’s trust, succeeding in reconstructing his history. From the juvenile delinquency to the relations with the Banda Cavallero, from the battles inside the prison to the constitution of NAP (Nuclei Armati Proletari), from the spectacular escapes to his relations with the BR (Brigate Rosse), to the peace talk with Padre Bachelet. That mysterious man, derelict and excluded by society, represents an important witness of a little piece of history of contemporary Italy.

New roads can be groped, for Ennio and for the others…